Migliora il tuo italiano leggendo il Piccolo Principe

Le Petit Prince è un famoso racconto dell’autore francese Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato per la prima volta nel 1943. Si tratta di un libro per bambini, ma anche per adulti, che racconta le avventure di un bambino venuto da un altro pianeta. Il libro è stato tradotto in molte lingue, tra cui l’italiano con il titolo Il piccolo principe. Leggere Il piccolo principe in italiano ti può aiutare a migliorare il tuo vocabolario, la tua comprensione e la tua sensibilità verso i temi trattati dal libro, come l’amicizia, l’amore, la responsabilità e il senso della vita.

In particolare, in questo post leggiamo e commentiamo insieme qualche estratto di quest’opera tratto dal capitolo 13. Buona lettura!!

Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari. Questo uomo era così occupato che non alzò neppure la testa all’arrivo del piccolo principe. «Buon giorno», gli disse questi. «La vostra sigaretta è spenta». «Tre più due fa cinque. Cinque più sette: dodici. Dodici più tre: quindici. Buon giorno. Quindici più sette fa ventidue. Ventidue più sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla. Ventisei più cinque trentuno. Ouf! Dunque fa cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento trentuno».
«Cinquecento milioni di che?» «Hem… Sei sempre li? Cinquecento e un milione di… non lo so più. Ho talmente da fare! Sono un uomo serio, io, non mi diverto con delle frottole! Due più cinque: sette…» «Cinquecento e un milione di che?» ripeté il piccolo principe che mai aveva rinunciato a una domanda una volta che l’aveva espressa.

Ecco l’inizio del capitolo. Come anticipato, nel libro il Piccolo Principe fa un viaggio e incontra e conosce delle persone. Nel capitolo XIII, arriva su un pianeta dove abita un uomo d’affari molto occupato tanto che non si è accorto che la sua sigaretta si è spenta. Il Piccolo Principe gli domanda cosa sta contando, ma l’uomo d’affari non lo sa e dice che non è importante. Secondo lui, non è importante quello che si fa; al contrario, è importante farlo.

La sola parola su cui voglio concentrarmi è frottola (frottole al plurale), che significa cosa non vera, bugia. L’uomo d’affari è un uomo serio, che non racconta bugie ma preferisce lavorare sodo.

L’uomo d’affari alzò la testa: «Da cinquantaquattro anni che abito in questo pianeta non sono stato disturbato che tre volte. La prima volta è stato ventidue anni fa, da una melolonta che era caduta chissà da dove. Faceva un rumore spaventoso e ho fatto quattro errori in una addizione. La seconda volta è stato undici anni fa per una crisi di reumatismi. Non mi muovo mai, non ho il tempo di girandolare. Sono un uomo serio, io. La terza volta… eccolo! Dicevo dunque cinquecento e un milione». «Milioni di che?» L’uomo d’affari capì che non c’era speranza di pace. «Milioni di quelle piccole cose che si vedono qualche volta nel cielo». «Di mosche?» «Ma no, di piccole cose che brillano». «Di api?» «Ma no. Di quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare i poltroni. Ma sono un uomo serio, io! Non ho il tempo di fantasticare».

In questa parte, l’uomo d’affari dice che abita quel pianeta da 54 anni e non è mai stato interrotto nel suo lavoro se non tre volte. La prima volta è successo per colpa di un insetto (una melolonta, un tipo di maggiolino). La seconda volta è stato interrotto dai reumatismi (=dei dolori alle articolazioni) e la terza volta… dal Piccolo Principe. Dice che non si muove mai, sta sempre seduto, non fa esercizi: ha avuto i reumatismi perché non ha tempo di girandolare (=di passeggiare, di camminare senza una meta precisa). Non ha neppure il tempo di fantasticare (=sognare ad occhi aperti) come fa un poltrone (=una persona che sta volentieri a poltrire, a oziare… Insomma una persona lenta, pigra, svogliata che ama l’ozio e l’inerzia).

Finalmente, il Piccolo Principe capisce che sta contando le stelle ⭐⭐⭐

«E che ne fai di cinquecento milioni di stelle?»
«Cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento
trentuno. Sono un uomo serio io, sono un uomo preciso».
«E che te ne fai di queste stelle?»
«Che cosa me ne faccio?»
«Sì»
«Niente. Le possiedo».
«Tu possiedi le stelle?»
«Sì»
                               «Ma ho già visto un re che…»
«I re non possiedono. Ci regnano sopra. È molto diverso».
«E a che ti serve possedere le stelle?»
«Mi serve ad essere ricco».
«E a che ti serve essere ricco?»
«A comperare delle altre stelle, se qualcuno ne trova».
Questo qui, si disse il piccolo principe, ragiona un po’ come il mio ubriacone. Ma pure domandò ancora: «Come si può possedere le stelle?»
«Di chi sono?» rispose facendo stridere i denti l’uomo d’affari.
«Non lo so, di nessuno».
«Allora sono mie che vi ho pensato per il primo».
«E questo basta?»
«Certo. Quando trovi un diamante che non è di nessuno, è tuo. Quando trovi un’isola che non è di nessuno, è tua. Quando tu hai un’idea per primo, la fai brevettare, ed è tua. E io possiedo le stelle, perché mai nessuno prima di me si è sognato di possederle».
«Questo è vero!» disse il piccolo principe.

Il dialogo fra il Piccolo Principe e l’uomo d’affari continua. In particolare, il Piccolo Principe non capisce a cosa serve contare e possedere le stelle. L’uomo d’affari spiega che possiede le stelle per comprarne, per acquistarne delle altre. Il suo scopo (=il suo obiettivo) è quello di avere sempre più stelle senza una ragione precisa.

Agli occhi del Piccolo Principe, l’uomo d’affari ragione come l’ubriacone, un personaggio che aveva incontrato in precedenza. Un ubriacone è una persona che è spesso ubriaca (ubriaco, al maschile, è chi si trova in uno stato di alterazione psico-fisica a causa dell’eccessivo consumo di bevande alcoliche)

La conversazione continua. Il Piccolo Principe dice che non è possibile possedere le stelle. L’uomo d’affari spiega che sì, è possibile perché è il primo ad averci pensato. Poi, compara la cosa al fatto di brevettare un’idea. Quando si ha un’idea, la si può brevettare (=proteggere l’invenzione).

Quindi, il Piccolo Principe chiede cosa se ne fa l’uomo d’affari di tutte le stelle che possiede.

«Le amministro. Le conto e le riconto», disse l’uomo d’affari.
«È una cosa difficile, ma io sono un uomo serio!»
Il piccolo principe non era ancora soddisfatto. «Io, se possiedo un fazzoletto di seta, posso metterlo intorno al collo e portarmelo via. Se possiedo un fiore, posso cogliere il mio fiore e portarlo con me. Ma tu non puoi cogliere le stelle».
«No, ma posso depositarle alla banca».
«Che cosa vuol dire?»
«Vuol dire che scrivo su un pezzetto di carta il numero delle mie stelle e poi chiudo a chiave questo pezzetto di carta in un cassetto».
«Tutto qui?»
«È sufficiente».

È divertente, pensò il piccolo principe, e abbastanza poetico. Ma non è molto serio. Il piccolo principe aveva sulle cose serie delle idee molto
diverse da quelle dei grandi.
«Io», disse il piccolo principe, «possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni. Possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane. Perché spazzo il camino anche di quello spento. Non si sa mai. È utile ai miei vulcani, ed è utile al mio fiore che io li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle…» L’uomo d’affari apri la bocca ma non trovò niente da rispondere e il piccolo principe se ne andò. Decisamente i grandi sono proprio straordinari, si disse semplicemente durante il viaggio.

Così finisce la conversazione fra i due e, più in generale, il capitolo 13. Il Piccolo Principe è molto saggio e, in poche parole, spiega che possedere le stelle è inutile, facendo l’esempio del suo fazzoletto di seta che avvolge attorno al collo per avere meno freddo. Secondo il Piccolo Principe, se si possiede qualcosa, questa cosa deve essere utile per noi o noi dobbiamo essere utili per la cosa stessa. Infatti, fa anche l’esempio dei suoi tre vulcani 🌋🌋🌋che tiene in ordine pulendone il cratere.

Il capitolo si conclude con una morale (=un piccolo insegnamento): possedere una cosa non significa solo avere quella cosa. Al contrario, significa prendersene cura. In questo caso l’uomo d’affari rappresenta la persona che non conosce il valore reale delle cose.

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Se ti è piaciuto questo articolo, ti ricordo che in italiano, ci sono diverse edizioni disponibili de Il piccolo principe sia in libreria, sia online (per esempio, trovi la versione completa in italiano in PDF qui). Infine, ti lascio anche un link a Youtube, dove puoi anche ascoltarne l’audiolibro.

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